mercoledì 23 marzo 2016

Sono in ritardo per parlare degli oscar?


Ma dai cosa sarà mai un mese. Potrei giustificarmi dicendo che ho preferito prima recuperare i film non visti in precedenza, ma non è così e a me non piace dire bugie (anche se a volte mi costringono a farlo. Tipo quando ti chiedono 'come va'? e tu sei costretto a rispondere col solito 'bene' anche se va di merda.). Comunque la sera prima degli oscar ho visto Il caso Spotlight.



Sala gremita. Gente che sa già cosa aspettarsi e gente che invece si aspetta di vedere un thriller. Si un thriller. Perché sul volantino del cinema in questione 'Il caso spotlight' era stato inserito nella categoria thriller. E quindi ecco che arrivano gli ignari quattro baldi giovani: due coppie di amici in procinto di iniziare una deprimente uscita a quattro. Dalle battutine che si scambiano si capisce subito che sono nella sala sbagliata. Forse avrei dovuto dire loro che quello che si accingevano a guardare non era affatto un thriller ma poi mi sarei persa lo spettacolo. E poi chi sono io per dire agli altri cosa fare? Dopotutto se non ho detto nulla a quei genitori che avevo portato i figli a vedere Deadpool pensando fosse l'amichetto buffo di Spiderman perché dovevo farlo adesso? Ah e per la cronaca uno di quei bambini a fine primo tempo ha sparato un bel 'porcaputtana' mentre la mamma imbarazzata 'non si dice!'. E ma cara mamma quel supereroe lo dice e tu mi hai portato a guardarlo. A Capitan America non piace questo elemento.

Ma di cosa stavo parlando?
Ah giusto il caso Spotlight. Non è un brutto film, ma è molto lento e a mio avviso l'oscar non lo meritava proprio. Ma diciamolo quest'anno non c'erano poi grandissimi film, o meglio non quei film che sai entreranno nella storia e che saranno citati in eterno. Sto per dire un'eresia ma se ci pensate bene è un po' come il Festival di Sanremo. A volte la canzone vincente entra nella storia, altre nel dimenticatoio. Il caso Spotlight non entrerà nel dimenticatoio, ma dubito sia uno di quei film che si ha voglia di rivedere, Come pure Il Ponte delle Spie.



Di certo non il miglior film di Spielberg e di certo non il primo che mi viene in mente pensando a lui. La cosa che più ho apprezzato di questo film è un personaggio. Rudolf Abel. Il suo 'servirebbe?' è forse la battuta più riuscita di tutto il film.
E quindi chi avrebbe dovuto vincere quest'oscar?
Ma The Hateful Eight ovvio!



E si lo so che non era neanche candidato. Infatti il problema è all'origine.
Forse semplicemente io non sono tipo da Oscar.
Ho amato quasi tutti i film di Tarantino(e il quasi si riferisce all'unico che ho trovato bruttino, ovvero Jackie Brown. Davvero noioso, brutta grafica, personaggi poco interessanti. Se non me l'avessero detto non avrei mai creduto di guardare un film di Tarantino.) e questo non è da meno.
I dialoghi sono la parte migliore. Quelli nella carrozza prima e quelli nel rifugio poi. Il tutto volge verso lo scontro finale, tutt'altro che prevedibile e adrenalinico quanto basta. Scene preferite? Daisy che suona la chitarra e la lettura finale della lettera di Lincoln. Inoltre io sono fissata con le citazioni e qui ce ne sono a bizzeffe. Dunque come non amarlo?



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