venerdì 14 giugno 2013

Gatsby credeva nella luce verde

Che posto misterioso è il cinema. Una grande sala con un imponente schermo che riesce a trasportarti in  mondi onirici e meravigliosi. Certo poi dipende tutto da che film stai guardando e a volte anche dal pubblico che c'è in sala. Perchè se capiti vicino ad un gruppetto di bimbiminkia allora addio poesia e benvenuti odio e istinto omicida. Fossero solo i ragazzini quelli fastidiosi, il problema a volte sono anche gli adulti che vanno al cinema giusto per passare il tempo e guardano un film a caso. Ecco quindi che poi si annoiano e iniziano a parlare ed infastidire la gente che è lì per guardare il film. Io odio profondamente la gente che fa casino al cinema, davvero li prenderei a calci nel sedere! 
Comunque tornando al discorso iniziale, se c'è l'atmosfera giusta e il film giusto ecco che, all'abbassarsi delle luci, si verifica l'effetto 3D (senza bisogno di quelli osceni occhialini e tristissimi effetti speciali): la poltrona entra a poco a poco dentro lo schermo, veniamo travolti dalla storia e ci sentiamo parte di essa. Lasciamo il triste e grigio Kansas per entrare ad Oz. 

L'ultima volta che ho provato questa bellissima sensazione è stato recentemente quando ho visto Il Grande Gatsby.



Avevo letto il libro e l'avevo adorato, come avevo adorato il personaggio di Gatsby quindi ero un po' scettica su una buona trasposizione cinematografica. E invece mi sono dovuta ricredere. Col senno di poi, mi rendo conto che Luhrmann era forse l'unico capace di realizzare un bel film partendo da un classico della letteratura senza banalizzarlo o al contrario ridicolizzarlo. C'è un perfetto equilibrio tra classico e moderno, come già era successo per Romeo+Giulietta. Le perfette scenografie, la colonna sonora, i costumi e ovviamente Gatsby che DiCaprio è riuscito a cogliere in tutta la sua poesia di eroe romantico in un mondo algido e superficiale. 
Se proprio devo fare qualche critica, riguarda la scelta di tagliare alcuni momenti importanti del romanzo, ad esempio si parla davvero poco della vita privata di di Nick e non compare il padre di Gatsby che nel libro si presenta al funerale del figlio. 
Ma se tagliare questi dettagli è servito per lasciar spazio a momenti ben più importanti allora ben venga. Ho ancora alcune scene e battute ben impresse nella memoria, nonostante io abbia visto il film solo una volta. Alla fine è così: se continui a pensare ad una cosa che hai visto vuol dire che lasciato il segno.  Per me Il Grande Gatsby ha lasciato il segno.


Gatsby credeva nella luce verde, il futuro orgastico che anno per anno indietreggia davanti a noi. C’è sfuggito allora, ma non importa: domani andremo più in fretta, allungheremo di più le braccia … e una bella mattina…
Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato.


Era uno di quei sorrisi rari, che hanno in sé una capacità di perenne incoraggiamento, e che puoi incrociare quattro o cinque volte nella tua vita. Affrontava - o pareva affrontare - per un attimo l’intero mondo esterno, e poi si concentrava su di te con una predisposizione irresistibile in tuo favore. Ti capiva proprio nell’esatta misura in cui volevi essere compreso, credeva in te come a te sarebbe piaciuto credere in te stesso, e ti assicurava di aver ricevuto di te l’impressione che tu stesso, al tuo meglio, speravi di convogliare.



Ps. Luhtmann organizza senza dubbio le feste migliori di tutti!




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